Crêton du Midi (2962m) - Couloir E "Il Sibilo del Cobra"

Il Crêton du Midi o Costone di Mezzodì (photo by Antonio Giani - Summitpost (C))


Il vallone di St.Rhemy / Crevacol è uno di quei posti che non avevo mai visitato, forse perchè mi ero fermato sempre prima per evitare il “Salasso” autostradale dell’autostrada TO-AO.
Ma nel 2016 “è successo qualcosa”: l’inverno stentava ad arrivare, infatti, mentre a Gennaio sulle Alpi Cozie c’era un’albedo bassissima, la dorsale di confine con la svizzera era l’unico posto in cui si fosse depositata della polvere bianca, dunque io ed alcuni miei amici decidemmo di esplorare quella zona, partimmo per sciare la cima “Flassin” ma poi visto il mega affollamento ripiegammo sulla “Testa di Cordellaz”, si rivelò un’ottima sciata.

La merenda allestita in cima alla "Testa di Cordellaz" Nel gennaio del 2016

Entrando nel vallone di St.Rhemy appare subito evidente ed imponente la sagoma del Crêton du Midi, una di quelle montagne che ti rimangono in testa e poi quando torni a casa la “Stalkeri” cercando su internet come si chiama ed eventuali vie di accesso, dopo una lunga sessione di “Studio” scoprii che quella estetica montagna era stata sciata nel suo versante Orientale (Quello visibile da Crevacol per intenderci..) per la prima volta nell'aprile 2008 da alcuni ragazzi fortissimi dell’ambiente “Sci ripido” che avevano battezzato la loro linea di discesa “Il sibilo del cobra”, ad oggi non ci è ancora dato sapere il perchè di quel nome :-)


Il paese di Saint-Rhémy-En-Bosses con sullo sfondo la nostra montagna
Un dipinto che ritrae il paese di Saint-Rhémy-en-Bosses, la sagoma del Crêton ha sicuramente colpito l'artista...

La linea è molto affascinante e la descrizione recita testualmente:

Superare un risalto con cascata (7m, 65-70°) che si può aggirare da sx salendo su cengia esposta (da percorrersi in discesa, 45°), percorrere prima dritti e poi verso dx la prima parte i canale larga (40° grassi) fino ad un evidente sterttoia che si supera con una corta e ripida rampetta sulla contropendenza sx, continuare dritti (40-45°) fino a reperire sulla sx la stretta rampa che porta nel canale superiore: da qui in poi le pendenze si fanno più accentuate, per 250m si sta con una certa regolarità tra 45-50° sciando spesso sulla larga contropendenza di dx salendo fino an incontrare una strettoia (20m 50°) che porta nel catinetto sotto la cresta.
Dalla cresta affacciarsi sull'enorme pala a circa 50m dalla punta su pendenze di 45° abbondanti (ochhio in questo punto agli accumuli data l'eposizione che poggiano direttamente sulle placche scistose sottostanti.
Sciata sostenuta di 550m, si propone -ovviamente pronti ad essere smentiti- 5.1 E3 bello pieno.

Non nascondo che, quando ho letto la descrizione di questo itinerario, mi stavo appena approcciando al mondo del ripido e tutte queste descrizioni mi suonavano un po’ “Altisonanti” oltre ad incutermi un po’ di (sanissimo) timore, personalmente non credevo che ci si potesse veramente “Divertire” nello sciare una pendenza sui 50 gradi e oltre, ma nel 2018 sono stato Smentito dai fatti, con certe condizioni della neve si può eccome!

Da subito ho desiderato sciare questa linea, servivano solo le condizioni giuste, bisognava essere li in cima nel momento giusto e con le persone giuste. Non trovavo però nessuno che condividesse il mio “Progetto” un po’ per distanze logistiche, un po’ perchè forse non l’avevano “vissuta” come l’avevo vissuta io.

Nel 2017 ho avuto la fortuna di conoscere i ragazzi di “Effetto Albedo” e non è stato difficile contagiarli con questa montagna, la linea ha fatto subito colpo ed abbiamo iniziato a desiderarla tutti intensamente…
La Linea e la variante tratteggiata




Fortunatamente, le condizioni di questa gita si possono monitorare dalla webcam di Crevacol, infatti il Flavio tra le altre cose si era messo a monitorare quotidianamente a che ora andava in ombra, avevamo notato con piacere che , nonostante avesse un'esposizione Est piena andava in ombra già dalle 11 di mattina, l’unico “Problema” erano i "medaglioni" in alto che, prendendo sole fino a dopo mezzogiorno, potevano eventualmente scaricare neve nel canale.
Le varie "Zone" oggetto di studio



A fine gennaio del 2018, un’annata da incorniciare dal punto di vista nivologico, dopo metri e metri di neve che si erano già assestati bene, arriva una fredda perturbazione atlantica (venerdì su sabato) che apporta circa 40 centimetri di neve fresca nella zona di Crevacol, per i giorni successivi è prevista sempre una temperatura fredda ed un Isoterma zero molto basso, quindi, senza neanche bisogno di organizzarci troppo, sulla chat di gruppo compare il messaggio “Sibilo is Ready”. Si parte!













Il giorno 27 gennaio 2018 mi sveglio preparo la roba per la gita e al parcheggio di Ivrea scopro che ci hanno “Creduto” in tanti! Siamo io, Flavio, Stefano, Cata e Luca Zanette , che non avevo mai conosciuto prima ma ne avevo sentito parlare in quanto forte snowboarder e alpinista.

Arriviamo a Crevacol intorno alle 7 e il cielo è ancora nuvoloso (ottimo), la perturbazione del giorno precedente si sta lentamente dissolvendo per lasciare spazio al sole, senza pensarci troppo facciamo due freni a mano nel parcheggio degli impianti di crevacol e ci prepariamo per la nostra ascesa, non mi sembra vero di essere qui, adesso, e di star partendo per sciare quella montagna che avevo addocchiato 2 anni prima e che mi sembrava così “Irraggiungibile”.


La partenza...  Buia e fredda. Bisognava crederci!!!

 Al parcheggio di Crevacol ci son solo le nostre due macchine. Il gruppo è subito mega affiatato, spariamo un sacco di stronzate e in breve tempo, nonostante dovessimo tracciare, abbiamo attraversato tutto il lungo spostamento che ci porta alle baite alla base dell’itinerario per il col Serena.

Iniziamo dunque a staccarci dall’itinerario del col Serena per salire decisamente a destra, verso l’imponente gruppo del Creton du Midi, tra pendii sostenuti e vecchie morene glaciali, attraversiamo anche i resti di una vecchia valanga Enorme, scesa probabilmente dalla Costa di serena

Tracciamo in 30 cm di pura polvere invernale

Facciamo un bel traverso sul ripido e ci infiliamo nel vallone dei Creton, lo scenario è impressionante, c’è una quantità di polvere accumulata che fa sembrare tutto molto “Alaskiano”. Continuiamo a tracciare verso la base del canale, siamo gasati a mille, il cielo si sta aprendo ma il canale è già in ombra! Quindi praticamente non ha preso sole…

Ingresso nel vallone del Crêton du Midi

Tracciamo in breve il conoide e veniamo accolti da una bella “sluff” caduta in diretta dal canalone che stiamo per affrontare, un attimo di silenzio, la tensione è seria e percepibile, ma è tutto assolutamente normale, la neve fresca caduta nella notte  si è attaccata un po' ovunque e il sole sta "Spurgando" le rocce in alto. C’è un punto di passaggio obbligato, per accedere al canale, da cui passa tutto ciò che si stacca dall’alto, è una specie di imbuto dove si forma una goulottina di ghiaccio misto a roccia, non viene ricoperta dalla neve perchè appunto viene “Pulita” dalle scariche di neve,  è evidente che questo punto di passaggio deve essere superato molto velocemente se si vuole evitare una doccia fresca.


Un po' di Ravanaggio per superare la piccola Goulotte di accesso

Ci immettiamo nella parte bassa del canale e iniziamo a tracciare belli veloci, vado avanti io, a un certo punto si apre sotto di me una specie di crepaccio, quasi non si vede il fondo è una "Bocca di Balena", ci sono circa 3 metri di neve vecchia assestata che si erano spaccati formando una vera e propria terminale, l’ultima nevicata aveva nascosto i segni formando un manto uniforme, con una piccola “Enjambeé” supero la crepa e continuo, la neve ci da sempre sicurezza, c’è un grande accumulo ma è bella fredda, da una bella sensazione di tenuta e permette una progressione veloce.

Tracciando la parte bassa del canale

Ci diamo il cambio un po’ di volte, siamo belli affiatati e non ci fermiamo mai, le pendenze aumentano considerevolmente sull’ultimo pezzo, siamo sui 50 gradi e si ha proprio la sensazione di essere “Sospesi” in aria…
A un certo punto sbuchiamo al colletto sotto la cima e l’umore è a mille, il sole sta baciando il pendio alto esposto a sud ma fa talmente freddo che la neve rimane intatta, fredda e polverosa.

Sbuchiamo al colletto sotto la cima
Tentiamo di raggiungere la cima
Iniziamo a tracciare l’ultimo pezzo, con l’obiettivo di uscire in cima, a un certo punto, a circa 10 metri dalla cima, iniziamo a sentire sotto i ramponi le placche “Scistose” che contraddistinguono questa montagna, le caratteristiche geologiche di questa zona fanno si che la roccia si sfagli in maniera trasversale creando delle placche lisce su cui la neve fatica ad attaccarsi, queste placche sono veramente lisce e, se inclinate oltre i 50 gradi, diventano molto difficili da superare, dopo aver fatto un po’ di tentativi e sentendo il rampone che non riesce a fare presa decidiamo di rinunciare agli ultimi 10 metri, non ne varrebbe la pena per una curva in più di perdere così tanto tempo e rischiare, qualcuno però poi ci ha apostrofati per questo :-)

Preparativi sotto la cima... Dalla traccia si nota il nostro tentativo di uscire "Respinto" dalle rocce Scistose della montagna

Ci prepariamo… Siamo in cima alla montagna che abbiamo addocchiato e desiderato da anni, stiamo per allacciarci la tavola per surfarla, emozioni a mille, indescrivibili, urliamo un sacco di cose belle per prepararci alla discesa, che si prospetta veramente Epica.

Luca insiste per scendere per primo perchè ha visto una linea molto diretta che vorrebbe provare, lo lasciamo andare, intanto flavio prepara il drone per filmare il video che vedrete tra poco e Stedagno non riesce a trattenersi e inizia a fare le prime curve sul Medaglione Alto.

Le prime curve...

Luca “Vola” letteralmente dentro il canale, in pochi minuti è giù , esce addirittura dalla goulotte finale saltandola, grande, sentiamo le sue urla di godimento riecheggiare nel canale.

L'ingresso Esagerato di Luca nel Canale

Rispetto a come me lo immaginavo , il canale è molto meno esposto, si ha sempre la sensazione di rimanere “Protetti” dalle barre rocciose, è una specie di enorme half pipe naturale, mentre visto da sotto sembrava esposto a diversi salti di roccia, penso che, in queste condizioni di innevamento, si potrebbe tranquillamente abbassare la gradazione sull’esposizione a E2.

Il canale visto da sopra

Scendo a fuoco nel canale, non supero la goulotte saltandola ma mi sposto sulla cengia a destra dove riesco ancora a fare delle belle curve in polvere, uscito dal canale mi sento le gambe tremare, mi giro verso Luca e gli urlo “Grandi!!! ce l’abbiamo fatta!!!” Aspettiamo che scendano gli altri. Ci abbracciamo, siamo in estasi.

Gasati a mille dopo la discesa

La giornata molto fredda ha permesso alla parte bassa dell’itinerario di conservarsi perfettamente, scendiamo le ultime morene e i pendii ripidi ululando di gioia, in questo momento c’è un legame fortissimo che ci unisce, siamo tutti e 5 parte di un grande progetto che si è realizzato proprio in quel momento, è una sensazione bellissima.

Si gasa fino alla fine

Arriviamo alla macchina al parcheggio degli impianti sciistici di Crevacol, è ancora presto e Flavio azzarda un “Facciamo ancora due curve? Proviamo a comprare un giornaliero da chi se ne sta andando??” :-)

A questo indirizzo potete vedere il video completo della nostra avventura: https://www.facebook.com/EffettoAlbedo90/videos/377406442835506/

Alla prossima!

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