Becca nera del Paramont (3253m) - Couloir Emma


Risalendo la valle d'aosta in macchina, poco dopo Aosta è impossibile non notare il calottone glaciale dello chateau blanc in Valgrisenche, alla sua destra, dopo il colle di planaval, c'è il gruppo del Paramont, la cui Becca Nera è molto affascinante nella sua veste invernale. Difficilmente questa guglia rocciosa/nevosa passa inosservata, il nostro amico Flavio ce l'aveva fatta notare l'anno scorso ed avevamo provato a sciarla insieme, ma alla fine avevamo dovuto "Ripiegare" sullo Chateau Blanc...

La Becca Nera del paramont vista dalla statale (Immagine presa da Google Street View (C))






Infatti, la becca nera del Paramont, se salita dalla Valgrisenche per il suo versante Orientale, presenta un lunghissimo avvicinamento la cui prima parte si svolge su un terreno molto ripido a bassa quota esposto a sud-est, l'anno scorso questo tratto innevato ci aveva fatto perdere moltissimo tempo con continui cambi di assetto e sprofondamenti nella neve già inumidita dal sole (nonostante fossimo partiti molto presto) ed avevamo dovuto rinunciare alla meta poichè, giunti ai pianori superiori, avevamo constatato di essere in ritardo e la sicurezza della gita ne poteva essere compromessa.


La situazione l'anno scorso...

Quest'anno, la gufata che ci ha mandato il nostro carissimo Flavio :-) prima di partire per la Nuova Zelanda ha fatto si che avessimo un lungo periodo di alta pressione accompagnato da venti caldi di phoen, in breve tempo tutte le esposizioni sud delle nostre montagne si sono ripulite dalla neve lasciando spazio a prati erbosi e in quota si sono formate delle croste portanti molto dure ma..........

Nel periodo vicino all'ultima luna piena (20 gennaio) è arrivata una piccola perturbazione che ha portato una quantità, seppur modesta ma molto fredda, di neve su tutta la dorsale di confine, inclusa la Valgrisenche. Io e Stefano ci sentiamo e combiniamo, non abbiamo dubbi dobbiamo chiudere il conto con questa montagna, lo facciamo anche un po' per il nostro Flavio che purtroppo deve ancora tornare dal suo viaggio NeoZelandese.

I gufi... animali tanto belli quanto affascinanti


Percorriamo in auto tutta la Valgrisenche, oscenamente priva di neve nonostante il periodo... Giunti a Planaval ci fermiamo per un caffè al Paramont Hotel dove chiediamo info al simpatico gestore, capirà poi che andiamo a fare una passeggiata al lac du fond :-)

Arriviamo in macchina fino alla frazione "La Clusaz", da dove parte il sentiero estivo, l'anno prima eravamo stati costretti a parcheggiare l'auto molto piu in basso, al bivio tra la statale della Valgrisanche e la strada che sale a Planaval...

L'alpeggio "A Benevy" sul sentiero che sale al Lac du Fond



 Partiamo con il cielo molto nuvoloso, un po' dubbiosi sulle aperture, ma giustamente Stefano mi fa notare che Meteo Svizzera prevedeva l'apertura dalle 10 di mattina, ottimo. Si procede bene sul sentiero estivo, pulito anche se ogni tanto c'è qualche lastra di ghiaccio, in poco più di 1 ora, con un buon passo siamo al pianoro alla base del lac du fond (2300 metri)

La gola del torrente che scende dal Lac du Fond

Qua è evidente inoltre l'errore dell'anno scorso: ci eravamo tenuti troppo a sinistra salendo, finendo quindi sui pendii che scendono dallo Château blanc, quest'anno, anche grazie alle vecchie tracce leggermente visibili del nostro amico Alfredo ( che ha tentato la gita un mese prima ) riusciamo a tenere la linea di salita giusta, che si snoda proprio paralella alla gola del torrente che scende dal Lac du Fond.

In lontananza vediamo diradarsi le nubi e la nostra meta inizia a mostrarsi in tutto il suo splendore...

Il momento magico in cui le nubi si aprono e ci permettono di vedere la nostra meta


SteDagno indica la meta
Più ci avviciniamo alla conoide, più ci rendiamo conto che è enorme, la neve poi è leggera e polverosa, le temperature gelide non permettono al sole di scaldarla e di trasformarla, siamo sempre più gasati e intanto il cielo si apre bene regalandoci un "Sunbath" degno di una esposizione sud

Risaliamo la Conoide, una "Gucia" dopo l'altra... Centinaia...

La conoide è lunghissima, infinite inversioni per arrivare alla base del canale che sembra sempre lì.... Ci ricorda un po' la salita al Français Pelouxe dell'anno scorso in cui avevamo perso il conto delle inversioni, battere traccia comunque ha sempre il suo fascino.

Salendo, la vista alle nostre spalle è immensa

Giunti a base canale, cambio assetto, e ci infiliamo in questo "Congelatore" che era in ombra già alle 10 di mattina, la temperatura è abbondantemente sotto lo zero (Circa di 20 gradi) e la neve accumulata a metà canale è di circa 1 metro su fondo duro, fredda e polverosa, nonostante la fatica a batter traccia mi si congelano le mani e quando sbuco al colle non riesco a fare piu niente, un dolore pazzesco...

Decidiamo di rinunciare agli ultimi 50 metri che separano il colletto alla vetta perchè sono molto ventati e non remunerativi dal punto di vista sciistico, inoltre sono le 14.30 e ci aspetta ancora un lungo rientro.


Dopo 1 ora di "Passione" nel canale si sbuca al colletto tra le due becche del Paramont

Grazie alle moffole di Stefano riesco a riprendere il controllo delle mani, giusto per allacciarmi la tavola e partire!!

Ingresso nel canale e prima curva

Mi tuffo dal ripido muro di neve del colletto e la prima curva è qualcosa di magico, senti la tavola che sprofonda in questa polvere meravigliosa che ti sostiene, carico il peso sulla lamina backside e si alza una nuvola di polvere esagerata.

Il canale è bello lungo e di soddisfazione, le pendenze generose (sempre intorno ai 45 gradi) regalano una "Surfata" Memorabile, ad ogni curva si alzano nubi di polvere altissime e se non avessi la maschera non potrei tenere gli occhi aperti

Qua ci andava anche il boccaglio...



Discesa spettacolare




Giunti alla base, carichi di adrenalina, ci fermiamo per qualche minuto a contemplare le nostre tracce, sono bellissime, un sogno si è realizzato, siamo orgogliosi di noi.

Le nostre tracce sulla Becca Nera del Paramont
Scendiamo a mille verso il lungo pianoro che ci aspetta, il quale alla fine si dimostra meno peggio di quanto ci aspettassimo: vista la qualità della neve riusciamo a scendere velocemente e non dobbiamo nemmeno spingere troppo.

L'inifnito pianoro

Con un po' di "Bricolage" riusciamo a sciare fino a quota 2000, dopo 1250 metri di dislivello di discesa, belli soddisfatti e gasati, Sganciamo la tavola e con un'oretta di passeggiata nel bosco siamo di nuovo alla macchina.
Rientro "Plaisir" nel bosco

Pausa ristoratrice all'hotel Paramont dove , il gestore incontrato la mattina ci chiede se abbiamo trovato il lac du fond :-)



PS. Mentre torniamo a casa, ci arriva un messaggio di Flavio che, per una incredibile Coincidenza, stava sorvolando il gruppo del rutor/paramont intorno alle 13.15, quando stavamo tracciando il canale, ci ha mandato questa foto:


La foto aerea del Flavio

Alla prossima

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