Fletschhorn - Parete N


La parete Nord del Fletschhorn è una di quelle visioni Mitiche, il cui aspetto risveglia antichi istinti alpinistici
L'itinerario, meglio conosciuto come "Via dei Viennesi" sciato per la prima volta da Stefano De Benedetti nel Luglio del 1983…. si presenta come un’enorme scivolo bianco che precipita in un dedalo di seracchi e crepacci, i quali, in questo territorio, si propagano ancora fino a quote relativamente basse.

Snobbata da alcuni alpinisti per la quota non-4000, è uno dei nostri obiettivi già da parecchi anni, l’anno prima avevamo provato a sciarla ma, nonostante sembrasse bianca, avvicinandoci avevamo visto il ghiaccio luccicare nel tratto finale della parete, quindi avevamo “Ripiegato” sulla vicina Senggchuppa.

Tentativo dell'anno prima, non si vede ma vi è un sottilissimo strato di neve a coprire il ghiaccio sulla parte finale della parete

Passano i mesi, nel frattempo nasce il gruppo “Effetto Albedo” e la nostra passione per questo tipo di pareti si diffonde, la mitica stagione 17/18 scorre veloce sotto le nostre lamine, a maggio ci rendiamo conto che il Fletschhorn può essere “in cundy” ed iniziamo a studiarne le evoluzioni Meteo…



Ci siamo! Le congiunzioni astrali si stanno avverando, infatti vediamo un video postato su instagram di un ragazzo che ha sciato la mitica “Parete” in condizioni strepitosi, intorno al 10 Maggio, cominciamo ad organizzarci.
Il 17 Maggio 2018 sembra il giorno giusto,sulla coda di una perturbazione atlantica, siccome è in settimana utilizziamo la famosa carta JOLLY

L’unico problema è il meteo ancora un po’ incerto, ma ci affidiamo all’ “Ufficio Federale di Meteorologia e Climatologia Svizzero” il quale prevede un’apertura proprio Giovedì 17 Maggio al mattino, ci fidiamo ciecamente e partiamo…

Si parte mercoledì nel tardo pomeriggio, il gancio è da “Vicolungo The Style Outlets” e già ci immaginiamo come potrebbe essere una scampagnata di gruppo all’outlet, ma preferiamo soffrire e partiamo in macchina sulla mitica gravellona-toce (l’autostrada più conveniente d’italia) al passo del sempione e poi veniamo catapultati in questa dimensione “Heidiana” che è il paese di Briga, dove la gente lavora il legno in tutte le sue forme ed i boschi, anche se demaniali, vengono tenuti così bene che sembrano quelli del giardino di casa nostra. Il meteo è grigio e uggioso, sembra di essere in pieno autunno.

Appena scesi dall'auto cominciamo a binocolare in direzione della parete

Parcheggiamo l’auto nel solito spiazzo vicino alla segheria, dove tutti gli anni scende la stessa valanga ed interrompe la strada. Ci carichiamo come dei muli e partiamo, in 4 verso il bivacco De Zen, da sempre sinonimo di comfort e plaisir :-D
Già dalla macchina, le prime aperture, ci fanno intravedere la parete Nord del Fletschhorn che scintilla in maniera radiosa, quasi una visione pornografica per le nostre pupille, ci distraiamo talmente tanto che per poco non ci arriva addosso una frana di pietre, staccatasi poco sopra con i primi raggi di sole che hanno iniziato a fondere neve e ghiaccio….
Per i primi 500 metri di dislivello si fa un po’ di quello che tipicamente viene chiamato “Portage” , ovvero lo spallaggio di tavole/snowboard siccome non c’è neve ovvero la materia prima che ci permetterebbe lo scivolamento, io poi sembro un bazar ambulante con le ciaspole , i ramponi ed il sacco a pelo appesi allo zaino.

Prime aperture, Iniziamo ad intravedere la parete... *Visione Pornografica*


Giunti al bivacco, sorpresona! E’ quasi completamente ricoperto di neve, ci tocca scavare per liberare l’ingresso, ma pregustiamo una calda notte perchè si sa… “La neve coibenta”
Dopo aver cucinato una gustosa polenta istantanea, ci ficchiamo nel sacco a pelo, molto pensierosi in quanto con la scomparsa della perturbazione si è alzato un vento fastidioso e a quanto pare proprio da nord! Speriamo che non ci rovini la magica Parete.



La notte trascorre tranquilla, ci gustiamo le nostre ore di sonno e con le prime luci dell’alba siamo pronti ad affrontare il traverso che porta alla base della parete, l'alba è magica, Steve risolleva un po’ gli animi di tutti dicendo “Sembra perfetta, andiamo a sciare questa parete!”

L'alba dal bivacco è qualcosa di Magico

I primi passi sul traverso non sono ottimali, io decido di partire direttamente con i ramponi ai piedi e abbandonare le ciaspole al bivacco, ma ogni 2 3 o 4 passi sprofondo fino al ginocchio in una crosta malefica dura ma non portante! Un incubo… inizio a temere anche per la parete siccome l’esposizione è la stessa!!

Ma quando arriviamo sotto la parete e iniziamo a risalirla, con la pendenza che si fa mano a mano sempre più accentuata, anche la qualità della neve migliora, in maniera quasi proporzionale, infatti appena la parete si impenna intorno ai 50 Gradi, ci ritroviamo sotto i piedi una farina “Tassè” veramente stupenda, l’umore generale si risolleva e ,gasatissimi, in poco meno di 2 ore abbiamo tracciato tutta la parete, che quel giorno li sarà solo nostra
Nel frattempo un elicottero viene ad osservarci dall’alto, il famoso “Sgabello d’alta quota” ???


Giunti al colletto che ci separa dalla vera e propria cima, decidiamo di rinunciare a quest’ultima, in virtù di un’ottima sciata in parete, anche perchè inizia ad esser tardi ed il tempo, come previsto, inizia di nuovo a cambiare, quindi ci prepariamo velocemente, Flavio fa decollare il Drone e si parte. Stefano il primo!! Un piccolo traversino e si “tuffa” letteralmente in parete sollevando magiche nuvole di polvere bianca.

La pendenza è davvero importante, ma con questa neve infonde sicurezza, non si ha mai la sensazione di “scappare via”.

Prime curve nella Parete
Dopo Stefano parto io, traverso ancora più a destra cercando la linea più ripida, proprio sotto il seracco gigante, giro la punta della mia Spring Break verso la massima pendenza e carico subito una curva backside, in una frazione di secondo sono sceso già di quasi 100 metri di dislivello…
La sensazione è bellissima , la neve mi sostiene e riesco a concatenare le curve quasi come durante la discesa del Francais Pelouxe, nonostante le pendenze siano ben diverse!
La discesa dura poco, ma in questi 10 o 15 minuti non mi fermo mai, la mia concentrazione è massima ed esplodo in un urlo di gioia quando raggiungo Stefano, fermo ed estasiato a base parete.


Dopo poco ci raggiungono Flavio e Steve, gasatissimi per la discesa. Oramai è l’1 e il tempo sta cambiando, rifacciamo il traverso per recuperare le cose in bivacco e scendiamo, su un’ottima neve trasformata che ci regala ultime curvone da sballo.

Una bellissima avventura, un altro sogno nel cassetto che si è avverato.

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